Reggio Calabria: la porta luminosa del Sud
Storia millenaria, arte senza tempo e un mare che accarezza la città: Reggio Calabria è un incontro emozionante tra classicità
Ci sono luoghi che non si cercano. Sono loro a trovare te. Ti aspettano silenziosi, nascosti tra pieghe di roccia e arbusti di macchia mediterranea, pronti a raccontare una storia che non si legge nei libri. La Spiaggia di Michelino, poco distante da Tropea, è uno di questi luoghi. Non ha insegne luminose, né stabilimenti appariscenti. Eppure, chi la raggiunge non se ne dimentica più.
Siamo sulla Costa degli Dei, tratto tra i più suggestivi del litorale tirrenico calabrese. Qui, il mare non è solo mare: è mito liquido, è azzurro stratificato che sfuma dal cristallino al cobalto, è custode di scogli e silenzi, di tramonti che sembrano sospesi fuori dal tempo.
La Spiaggia di Michelino si raggiunge solo a piedi. Bisogna scendere oltre 200 scalini incastonati nella roccia, tra piante di fico, ginestre e profumi di terra arsa dal sole. È una discesa quasi iniziatica, che separa il rumore del mondo da ciò che ti attende in fondo: una baia incontaminata, un anfiteatro naturale dove la sabbia chiara e il mare trasparente si abbracciano in una quiete rara.
Dalla sommità del belvedere di Parghelia, lo sguardo si apre su uno dei panorami più iconici della Calabria: le Isole Eolie all’orizzonte, lo Scoglio della Galea che emerge maestoso dal mare, e sullo sfondo, se la giornata è tersa, la sagoma fumante dello Stromboli. Non serve altro. Si resta lì, in silenzio, spettatori di una bellezza che non ha bisogno di parole.
La Spiaggia di Michelino è un inno alla Calabria sostenibile, quella che va vissuta con rispetto e attenzione. Qui non ci sono chioschi, musica ad alto volume o ombrelloni fissi. Solo qualche barca all’ancora, il rumore lieve delle onde e qualche pescatore locale che passa di primo mattino.
Il nome “Michelino” affonda nel tempo. Alcuni dicono derivi da un eremita vissuto sulla costa, altri da una piccola cappella votiva distrutta nel secolo scorso. Come spesso accade in Calabria, il confine tra storia e leggenda si dissolve, lasciando spazio alla suggestione.
In un'epoca in cui tutto è rapido, condiviso, filtrato, la Spiaggia di Michelino rappresenta l’opposto. È il regno della lentezza, dell’immersione completa, dell’assenza di connessione — e non solo in senso digitale. Qui ci si riconnette con la natura, con il proprio tempo, con l’essenziale.
Per questo è oggi uno dei simboli del turismo esperienziale in Calabria, scelto da chi ama camminare, esplorare, osservare senza disturbare. Le escursioni lungo la costa tra Parghelia e Tropea, i giri in kayak al tramonto, le immersioni tra i fondali rocciosi sono esperienze autentiche, lontane da qualsiasi cliché.
Michelino non è per tutti. È per chi ha voglia di scendere — fisicamente ed emotivamente — verso qualcosa di più profondo. È per chi sa riconoscere la bellezza senza bisogno di cornici, e per chi considera il viaggio un atto di ascolto, non solo di movimento.
E forse è proprio questo il suo incanto. Non cerca di conquistarti. Rimane lì, fedele a se stessa, un piccolo angolo di paradiso che ti chiede solo una cosa: di essere guardato con rispetto.
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